A partire dal 1 gennaio 2022 il sistema nazionale della raccolta differenziata dovrà essere in grado di prendere in carico anche la frazione tessile che dovrà essere riusata o riciclata evitando quindi di essere conferita in discarica.
Questo scenario è il risultato di due importanti fatti: la direttiva UE 851:2018 (Pacchetto economia circolare) e la decisione del Governo italiano che ha fissato l’obiettivo al 1^ gennaio 2022 anticipandolo di 3 anni rispetto a quanto richiesto dall’Europa.
A gennaio 2021 inoltre la UE ha pubblicato la Road map per l’industria tessile in cui si ricorda che ogni anno ogni persona è responsabile di circa 11 kg di rifiuti tessili e che solo una minima parte di questi viene riusata o riciclata.
Entro meno di un anno ogni Comune italiano deve dotarsi di modalità di raccolta di scarti tessili per affidarli ad un sistema integrato in grado di gestire le operazioni di trasporto, stoccaggio, cernita, reinserimento nel mercato/donazione della parte di maggior qualità, riciclo della frazione non fruibile. Insomma scongiurare la discarica. Al momento non si dispone però di impianti adeguati e chi conosce i prodotti tessili e la loro complessità sa bene quanto sia tecnicamente complesso il loro riciclo